Il ristorante dove si serve solo ‘o pere e ‘o musso
Nel cuore dell’agro nocerino-sarnese, ad un paio di chilometri dallo svincolo di Nocera-Pagani della A30, nei pressi di San Valentino Torio, c’è un angolo di tradizione culinaria napoletana che resiste al tempo e alle mode: il ristorante “O’Muss – Francesco”. Questo locale non è il tipico ristorante che si potrebbe immaginare; è piuttosto un’oasi di genuinità in una zona industriale, un punto di riferimento per i lavoratori degli stabilimenti attigui e per chiunque desideri assaporare un caposaldo della cucina povera napoletana da solo o in una serata goliardica tra amici.
‘O pere e ‘o musso’, il piatto protagonista di questo ristorante, è un esempio di come la semplicità possa trasformarsi in un’esperienza culinaria ricca di sapore e di storia. Si tratta di una ricetta che affonda le radici nella tradizione culinaria della provincia di Napoli, un tempo considerata cibo dei meno abbienti, ma oggi riscoperta e apprezzata per il suo gusto unico e la sua capacità di raccontare una cultura. Il nome ‘o père e ‘o musso, tradotto in italiano, significa “il piede e il muso” e si riferisce alla sua composizione originale. Questi ingredienti, il piede di maiale (‘o père) e il muso del vitello (‘o musso), vengono depilati, bolliti, raffreddati, tagliati in piccoli pezzi e serviti freddi, conditi con sale e succo di limone. In passato, era venduto per strada in tipici carretti e oggi in piccoli furgoncini che popolano gli angoli delle città campane.
Oltre a ‘o père e ‘o musso, il ristorante serve anche altri tagli tipici della trippa, come la centopelle (ovvero l’omaso, a struttura lamellare), la zizza (ossia la mammella) e la matrice (l’utero). La centopelle è facilmente riconoscibile per le centinaia di lamelle affiancate, con migliaia di piccole escrescenze sulla superficie. La zizza, termine napoletano per mammella, è un taglio tradizionale che si presenta con un colore rosato simile a carne di manzo bollita. La matrice, ovvero l’utero della vitella, è un taglio più strutturato al palato, dal sapore di latte, e rappresenta uno dei tagli “forti” de ‘o pere e ‘o musso. L’atmosfera del locale è spartana, senza fronzoli, proprio come la sua offerta culinaria. Al banco, Francesco Leone e altre due generazioni affettano e assemblano frattaglie freschissime. Non ci sono posate, ma solo lo stuzzicadenti lungo di legno, simbolo di un ritorno alle origini e di un contatto diretto con il cibo. E, per accompagnare il tutto, non può mancare una birra gelata, che con il suo gusto fresco e dissetante si sposa perfettamente con la ricchezza del piatto.
I prezzi sono un altro punto di forza di “O’Muss – Francesco”: con soli 6,50€ si può godere di una vaschetta abbondante di ‘o pere e ‘o musso per una persona e di una Peroni da 33 cl. Nessun costo aggiuntivo per il coperto, nessuna sorpresa nel conto finale, solo la certezza di un pasto che sa di casa e di tradizione. “O’Muss – Francesco” ti accoglie in un viaggio culinario attraverso la tradizione culinaria napoletana tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 16:00 alle 23:00. È il luogo ideale per un aperitivo o uno spuntino serale, dove puoi immergerti in un’atmosfera autentica e vivace. Data la popolarità del locale, che spesso si riempie di amanti dello street food e di camionisti in cerca di un pasto sostanzioso, si consiglia di arrivare presto. I tavoli sono limitati e l’ambiente è sempre molto affollato, un segno inequivocabile della qualità e dell’autenticità che troverai in ogni vaschetta di ‘o pere e ‘o musso.